La bella stagione è quasi terminata e con essa, purtroppo, anche le vacanze.
Estate per molti è sinonimo di mare e sole, abbronzatura “selvaggia” e, ahimè, ustioni.
Chi non è stato particolarmente attento e non ha seguito con cura le indicazioni per un corretta fotoesposizione e fotoprotezione si sarà arrossato o, peggio, scottato.
Anche se non si è verificata un’ustione, il primo segnale di un’esposizione solare troppo rapida ed intensa è la desquamazione importante, la sensazione di “cambiare la pelle come fanno i serpenti”. La cute diventa secca, asfittica, opaca e meno elastica.
Questo non è un bene. Significa che c’è stata un’aggressione che ha causato un’accelerazione della replicazione cellulare, con eliminazione anticipata e visibile delle cellule più superficiali.
Sarebbe molto utile fotografare mentalmente la situazione attuale per tentare di non riproporla l’anno successivo.
Quando il danno è stato fatto, possiamo solo intervenire con molta idratazione: detergenti non aggressivi, scarsamente schiumogeni, ancora meglio se su base oleosa, creme emollienti da applicare con frequenza.
È fortemente sconsigliato esporsi alla luce ultravioletta delle lampade solari nel vano tentativo di “mantenere” l’abbronzatura per non aggiungere ulteriore danno.
Durante e dopo le vacanze, complice la tendenza a rimanere più scoperti, ci si guarda con maggiore attenzione. Pertanto nascono i dubbi più disparati e cresce la richiesta di visita dermatologica, soprattutto per quanto riguarda i nei. A tale proposito è utile ricordare che la pelle abbronzata non è nelle condizioni ideali per l’osservazione delle lesioni pigmentate: il contrasto fra il nevo e la cute circostante è minore e i nevi, avendo la melanina subìto uno stimolo da parte della radiazione solare, hanno un aspetto spesso anomalo. In questa situazione la valutazione per il dermatologo può essere molto difficoltosa. Sarebbe più opportuno posticipare il controllo periodico per la diagnosi precoce dei tumori cutanei al periodo in cui la pelle tornerà nelle condizioni di normalità.
Ad ogni modo, qualsiasi modificazione che induca preoccupazione è meritevole di essere approfondita e il dermatologo è a disposizione per dipanare i dubbi. Insomma, è sempre meglio una visita in più rispetto al rinviare a lungo il quesito su una lesione sospetta.